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26/05/2020
Ciò che stiamo vivendo ha veramente dell’assurdo.
C’è chi ha definito questo momento un “coprifuoco” per analogia con i periodi dell’ultima guerra in cui era possibile uscire di casa solo con particolari e motivate ragioni.
Sono in tanti a parlare e anche a pontificare sull’esperienza che stiamo vivendo affermando persino che essa ci renderà migliori; ma c’è anche chi contrariamente nutre seri dubbi che si possa addirittura tornare alla vita che si svolgeva prima del CoVid-19.
Questo momento così difficile ci ha procurato ansie e seriamente fatto riflettere sul nostro futuro.
Un futuro che non potrà non tener conto dei nostri limiti rispetto alla forza invasiva di fenomeni come quello che stiamo vivendo e che mai avremmo pensato seriamente che potesse accadere.
Siamo rimasti scioccati dal Coronavirus per l’entità del fenomeno e per l’impreparazione, soprattutto igienico-sanitaria, in cui ci ha colto.
Gli effetti distruttivi sulla popolazione mondiale sono sotto gli occhi increduli di tutti.
Ci stiamo rendendo conto di non essere invincibili e di essere quella infinitesimale componente biologica che finalmente pensa di dover onorare l’obbligo di rispettare e vivere con maggiore impegno in equilibrio con il resto del creato.
Ci siamo resi conto di aver ecceduto e approfittato con supponenza e avidità di tutto ciò che ci circonda causando influenze ambientali inaccettabili di cui non possiamo non vedere i relativi effetti negativi quali:
- L’inquinamento dell’aria, delle acque superficiali e profonde;
- I cambiamenti climatici;
- La perdita di biodiversità;
- Le inconsuete interazioni tra l’uomo e specie animali selvatiche;
- La deforestazione.
Inoltre:
- La crescita vertiginosa delle interazioni umane;
- Gli eccessivi consumi;
- Le migrazioni di popoli costretti a scappare dalle guerre e dai loro naturali ambienti;
- La sempre maggiore disparità economica tra i vari ceti sociali.
E’ bastato poco: la semplice quarantena, per constatare la riduzione ai minimi storici dell’inquinamento delle acque dei fiumi e dei mari, dell’aria ed il ritorno del volo di uccelli nei cieli puliti delle nostre città.
Abbiamo bisogno di cogliere il significato di questo e di altri messaggi che involontariamente ci sono pervenuti.
Dobbiamo riappropriarci del senso del limite e del fatto che la realtà non può essere controllata facendo ricorso alle presunte certezze della scienza e della tecnologia.
La storia ci dimostra che, pur conservando la propria specificità, è la cooperazione e l’integrazione a garantire la sopravvivenza, soprattutto in un mondo globalizzato, dove le responsabilità sono diffuse ed ognuno contribuisce alla costruzione del proprio futuro e in minima parte anche quello della società in cui vive.
Dobbiamo quindi ripartire da queste riflessioni facendo leva soprattutto sul nostro rapporto con l’ambiente nel senso più ampio e con tutto ciò che esso rappresenta.
Dovremmo ripeterci spesso che “occorre avere rispetto” poiché è solo così che possiamo garantire alle future generazioni una vita più sana e giusta.
Costantino Ricci
Igienstudio S.r.l.